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Visita tecnica agli impianti idroelettrici del torrente Meduna della società Edison (Gruppo EDF)

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La visita tecnica agli impianti idroelettrici del Meduna provincia di Pordenone di Venerdì 12 Ottobre, è stata organizzata grazie alla collaborazione della società Edison S.p.A. di Milano, partecipata del gruppo EDF - il colosso mondiale dell’energia - proprietaria degli impianti ed alla cortesia del direttore, ing. Damiano Panzeri.

I convenuti sono stati accolti nella sala conferenze della centrale di Meduno dall’ing. Tito Pasqualis, già dirigente tecnico del consorzio di Bonifica Cellina-Meduna, che ha ripercorso la storia degli impianti idroelettrici del torrente Meduna (bacino del fiume Livenza). Gli impianti nacquero negli anni '30, grazie al concomitante interesse della società SNIA di Milano, che aveva bisogno di energia per alimentare i propri stabilimenti elettrochimici della bassa pianura Friulana, e del Consorzio di Bonifica (allora irriguo) del Cellina-Meduna, che aveva bisogno di irrigazione di soccorso nei mesi estivi. Le opere idrauliche infatti sono ancor oggi multiuso, perché svolgono allo stesso tempo delicati servizi di interesse pubblico: industria (produzione di energia elettrica), sicurezza (laminazione piene) e irrigazione (nella stagione estiva).

Da un primo sbarramento realizzato dal Consorzio nel 1939 a Ponte Maraldi (nei pressi di Meduno), originò il canale che permise di irrigare una vasta area di magredi alluvionali e in seguito, su questo canale, la SNIA tramite la controllata SAICI, realizzò le prime due centrali idroelettriche di Colle e di Istrago che, oltre ad alimentare gli impianti elettrochimici SNIA, contribuirono a sviluppare la povera economia locale.

L'ing. Damiano Panzeri, responsabile locale di Edison, ha poi illustrato le caratteristiche tecniche degli impianti dell'asta del Meduna: in tutto 6 centrali disposte in cascata da 600 a 100 m s.l.m. (Valina, Chievolis, Meduno, Colle, Istrago, Barbeano e Rauscedo) e 3 serbatoi (Cà Zul, Cà Selva e Ponte Racli) che, con una produzione annua di 150 GWh, sono in grado di soddisfare i consumi di circa 150 000 utenze domestiche e, nello stesso tempo, di garantire con continuità al Consorzio di Bonifica, l’acqua necessaria per l’irrigazione (11 mc/s).

E' poi seguita la visita guidata alla centrale di Meduno, che è stata costruita dalla SAICI nel 1952. La centrale che è alimentata dalla diga di Ponte Racli, sfrutta una portata massima di 20 mc/s con un salto di 64 m e sviluppa una potenza di 9 MW. La sua producibilità media annua e di 45 GWh.

La centrale è dotata di due gruppi di produzione mossi da turbine Francis ad asse verticale, installati in fondo ad un pozzo profondo 50 m rispetto al p.c.; i convenuti hanno potuto raggiungere la sala macchine scendendo un'interminabile serie di rampe di scale (che qualche coraggioso ha poi percorso anche a ritroso).

L'interno della centrale, come spesso avviene per le centrali degli anni '60 - si veda la sala macchine della coeva centrale ENEL di Soverzene - è ingentilito dagli affreschi opera di  G. Ravanelli; il tema degli affreschi è il felice connubio e l'unità di intenti di lavoro agricolo (il Consorzio di Bonifica) e attività industriale (la SAICI-SNIA), reso possibile dall’industria elettrica.

Dopo la centrale, è seguita la visita alla vicina diga di Ponte Racli (o di Redona, dal nome del borgo principale che si affaccia al lago) e l'incontro con l'ing. Sasso, del Ministero Infrastrutture e Trasporti; l'ingegnere, in visita ispettiva a alle dighe del Meduna, ha illustrato ai convenuti l'attività di controllo svolta dall'Ufficio Dighe, la sua organizzazione e la legislazione vigente in materia di sicurezza delle opere idrauliche.

Lo sbarramento di Ponte Racli è stato costruito tra il 1949 e il 1951; è una diga ad arco a doppia curvatura, alta 75 m e forma un serbatoio di 27 milioni di mc che, nella stagione irrigua, consente di sopperire alle esigenze del Consorzio di Bonifica.

La diga è dotata di scarichi di superficie ubicati lateralmente in sponda sinistra, e di luci di sfioro ubicate nel corpo dello sbarramento e svolge un importante compito di sicurezza idraulica laminando le piene del Meduna. A questo proposito, l'ing. Sasso ha evidenziato come gli scarichi attuali, non siano in grado di smaltire la portata massima richiesta per le condizioni di sicurezza della diga (tempo di ritorno 1000 anni) e, per questa ragione, prossimamente, a cura della società Edison, verrà realizzato uno scarico suppletivo che passerà in galleria attraverso la spalla destra della diga.

Come tradizione, è seguita una colazione di lavoro conviviale a Redona, nella Locanda al Lago.

Dopo pranzo, la giornata è proseguita con la visita alla diga di Cà Selva, che è raggiungibile da Chievolis percorrendo una strada tortuosa e ripida, attraverso un ambiente montano particolarmente bello.

Lo sbarramento di Cà Selva è una delle maggiori dighe ad arco-gravità esistenti in Italia: alta 110 m, lunga al coronamento 240 m, forma un serbatoio di circa 40 milioni di mc, circondato da una splendida corona di monti che in qualche punto raggiungono i 2000 m s.l.m. . Il serbatoio di Cà Selva e quello vicino di Cà Zul, sono compresi nel Parco delle Dolomiti Friulane e sono meta di escursioni.

Il serbatoio di Cà Selva alimenta la centrale di Chievolis, entrata in servizio nel 1963, che ha una potenza di 20 MW ed una produzione di 32 GWh medi annui.

Infine una considerazione: la visita tecnica ha permesso apprezzare l’efficienza degli impianti e l'organizzazione della società elettrica Edison, che è seconda in Italia (dopo ENEL S.p.A.) per potenza di generazione installata, ma che è ormai fuori dall’ambito nazionale perché è stata recentemente acquisita dal colosso francese dell’energia EDF. Il mercato dell’energia oggi è globalizzato e competitivo anche in Italia ed è prevedibile che, alla scadenza delle concessioni vigenti (nel 2030), assisteremo all’ingresso di nuovi operatori esteri. Tuttavia questa situazione appare in stridente contrasto con quanto avviene altrove in Europa: una società come EDF, oggi può contare ancora su un mercato elettrico nazionale protetto (quello francese) e, nello stesso tempo, può fare una politica aggressiva di acquisizione di nuovi assets e società estere, in particolare, nella stessa Europa.  



Di seguito si vedano le foto dell'evento:

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