La misura idrologica nel Nordest

Giornata di Studio: "La misura idrologica nel Nordest"

SalaArchivio AnticoCambiamenti climatici, emergenza ambientale, rischio idrogeologico. Emergenze di giorno in giorno sempre più pressanti - basti pensare a quello che si è verificato a causa delle piogge intensissime di questo mese - e talmente citate che il loro abuso rischia di svuotarle di significato. Certamente negli ultimi anni gli studi relativi all’idrologia si contestualizzano in ambiti sempre più ampi.

Ma cosa si sta concretamente facendo su questo fronte da parte delle istituzioni e della comunità scientifica? Poiché non è possibile progettare, pianificare, gestire e prendere decisioni sull’acqua senza disporre di dati adeguati e affidabili, l’Associazione Idrotecnica Italiana e l’Agenzia Regionale per la Prevenzione e la Protezione Ambientale della Regione Veneto, ARPAV, hanno ritenuto opportuno organizzare una giornata di studio dedicata allo stato attuale della misura delle variabili idrologiche nel nostro territorio, di cui appunto tanto si parla anche in questi giorni (troppa acqua, troppo poca, talvolta inquinata). Si tratta principalmente del monitoraggio delle precipitazioni, dei livelli e delle portate dei corsi d’acqua, dei livelli del mare e delle lagune, dei livelli delle falde e di altri parametri ancora.

La misura idrologica nel Nordest è così il tema del convegno che si è svolto giovedì 30 maggio all’Università di Padova, nella Sala dell’Archivio Antico del palazzo del Bo e che anche in quest’occasione ha visto il patrocinio del Collegio degli Ingegneri di Venezia.

Un appuntamento mirato al nostro territorio e nel corso del quale, per meglio mettere a fuoco e sottolineare i temi specifici connessi a queste problematiche, si è sviluppato in tre sessioni. Dopo i saluti di Vincenzo Bixio, presidente della Sezione Veneta dell’Associazione Idrotecnica Italiana e del direttore del Dipartimento Regionale per la Sicurezza del Territorio dell’Arpav, Stefano Micheletti, si è passati ai tre specifici capitoli.

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I saluti

La Prima sessione

La prima sessione, presieduta da Francesco Baruffi è stata dedicata a coloro che sono istituzionalmente preposti a raccogliere i dati idrologici, e che hanno gli strumenti più adatti per monitorare il territorio.

Alla storia del Servizio Idrografico e Mareografico, a cura di Antonio Rusconi, ha fatto seguito la descrizione, a cura di Stefano Mariani per assenza di Martina Bussettini, della attuale variegata situazione italiana dei Servizi di Idrologia Operativa, coordinati da ISPRA in uno apposito Tavolo Nazionale. E’ stata poi delineata la consistenza delle reti e delle attività di misura idrologica in Veneto (Sara Pavan), in Friuli Venezia Giulia (Giacomo Casagrande), nelle Province Autonome di Trento (Tiziano Martinelli) e Bolzano (Roberto Dinale) e lungo la costa dell’Alto Adriatico e nelle lagune (Andrea Bonometto). Anche nel Nord Est è stata presentata una situazione tecnico-istituzionale alquanto variegata nelle competenze, nei servizi, negli sviluppi in corso e nei prodotti messi a disposizione al pubblico.

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La seconda sessione

Si è passati poi alla sessione dedicata ad alcuni dei soggetti che questi dati poi li utilizzano nel proprio lavoro, presieduta da Maurizio Ferla.

Si è parlato del Piano di Gestione del Rischio Alluvioni, nell’ambito della pianificazione di bacino (Michele Ferri), di alcuni degli studi ICEA di supporto alla gestione delle risorse idriche e previsione degli eventi (Giulia Passadore), della progettazione e gestione di opere e dell’allertamento per eventi alluvionali (Vincenzo Artico), dell’importanza per i gestori delle dighe della valutazione delle portate massime occorse e di progetto (Alberto Bonafè). E’ stato fornito poi un quadro delle articolate e complesse esigenze informative sia dei Consorzi di Bonifica (Carlo Casoni per assenza di Carlo Bendoricchio), sia dei Servizi Idrici Integrati (Massimo Cornaviera), a servizio della collettività e che allo scopo dispongono di apposite reti, misure e strumenti di gestione.

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La terza sessione

Dopo il buffet si è passati alla terza e ultima sessione di questa giornata di studi, presieduta da Italo Saccardo, in cui si è parlato di ciò che di nuovo e scientificamente innovativo è disponibile, in particolare relativamente alla misura dei livelli e delle portate dei fiumi (Marco Zasso), allo stato fisico del mare (Gabriele Nardone) e alle variabili meteorologiche (Francesco Rech).

Si è parlato dell’uso dei dati e dei prodotti Copernicus – il programma di osservazione della Terra che fornisce in continuo immagini radar in tutte le condizioni meteorologiche - e da remote sensing, il telerilevamento, nel contesto dell’idrologia operativa (Stefano Mariani). Proprio recentemente, il G7 di Torino su “Ambiente ed Energia” ha approvato la Carta di Venaria, nella quale nell'ambito della Gestione sostenibile delle risorse naturali: terra e acqua è stata inserita anche la decisione di istituire una Coalizione G7 sull’Acqua”, con l'impegno dei governi di facilitare l'utilizzo di tecnologie avanzate di telerilevamento per sostenere appunto la gestione delle emergenze e delle risorse naturali.

Si concluso con l’esposizione degli sviluppi innovativi dell’elaborazione dell’informazione idrologica-idraulica nell’ambito della gestione del Ciclo Idrico Integrato (Andrea Rubin).

Alla giornata hanno partecipato un centinaio di persone in sala  (solo di poco inferiori nel pomeriggio) e complessivamente almeno 160 in streaming.